Ha avuto uno svolgimento particolare il Consiglio Nazionale delle Acli, convocato il 2 e 3 maggio a Roma, a cui hanno preso parte i tre consiglieri nazionali cuneesi: Elio Lingua, Antonella Simondi e Pietro Carluzzo.
L’incontro è stato infatti caratterizzato da due momenti distinti: venerdì 2 maggio, nel Pontificio Istituto Patristico “Augustinianum”, si sono svolte due sessioni, di cui una con prospettiva internazionale e una focalizzata sul contesto italiano, per affrontare temi cruciali come l’intelligenza artificiale e la transizione digitale, il cambiamento climatico e i divari di genere, il lavoro informale e il ruolo dei giovani.
La sessione internazionale “Mondo del lavoro luogo di speranza” ha portato tanti spunti venuti dal mondo ecclesiale, dell’associazionismo e sindacale. Tutti gli interventi, dai diversi continenti e in 4 lingue, sono stati sintetizzati perfettamente da una bellissima opera che ha realizzato l’artista Maupal.
La seconda sessione ha riguardato: “La prospettiva italiana”, e i tre rappresentanti delle Confederazioni sindacali CGIL, CISL E UIL hanno dibattuto sulle condizioni di lavoro nel nostro paese.
Molto interessanti sono stati gli interventi di: Mariangela Perito (Responsabile Nazionale del coordinamento donne delle Acli) che ha riportato i dati di una recente inchiesta delle Acli sulla situazione del lavoro femminile in Italia, e di don Bruno Bignami (direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI) che ha sottolineato come la complessità dei problemi del lavoro si possa risolvere solo attraverso il dialogo fra tutte le parti interessate.
La giornata di sabato 3 è invece iniziata con una profonda riflessione di padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle ACLI nazionali, in preparazione al passaggio della Porta Santa della Basilica di San Pietro, ed è proseguita con il pellegrinaggio giubilare attraverso via della Conciliazione, con il passaggio della Porta Santa e la recita del Credo all’altare della Confessione dentro la basilica.
“È stato molto bello condividere un momento del Giubileo della Speranza insieme alla grande famiglia delle Acli – afferma Antonella Simondi -, ed è stato molto significativo recitare insieme il Credo proprio di fronte allo spazio sacro che ricorda il martirio di Pietro, facendo parte di un gruppo di persone provenienti da tutta Italia all’interno della folla presente in basilica, che si era radunata lì da tutto il mondo per riscoprire la misericordia di Dio”.
“Quello che mi ha colpito maggiormente – dice il presidente provinciale Acli di Cuneo, Elio Lingua – è stato il pellegrinaggio giubilare che abbiamo fatto sabato mattina, incentrato sulle parole che Papa Francesco aveva detto alle Acli durante l’incontro del 1° giugno 2024: lo “stile popolare” che vuol dire essere tra la gente sentendosi parte di essa, imparando dai valori e dalla saggezza della gente semplice; lo “stile sinodale”, lavorando insieme per il bene comune; lo “stile democratico”, cioè la fedeltà alla democrazia che è da sempre un tratto distintivo della nostra associazione; lo “stile pacifico”, in un mondo insanguinato da tante guerre; infine lo “stile cristiano”, coltivando un nuovo sogno di fraternità e amicizia sociale concreta.
Padre Costa – prosegue Lingua – ci ha fatto capire cosa è un pellegrinaggio giubilare; cosa vuol dire abbattere i muri che ci separano dal Signore e dagli altri; camminare e essere in mezzo alla gente, tra persone diverse ma uguali; pregare con lo spirito e il pensiero rivolto a papa Francesco, prendendo esempio dalla sua vita semplice, dalle sue scarpe consumate…
Abbiamo vissuto un’esperienza comunitaria davvero intensa e arricchente”.
“Partecipare al Consiglio Nazionale delle ACLI è stato, ancora una volta, un momento intenso di confronto, ascolto e condivisione – dice Pietro Carluzzo -. In particolare, il tema del lavoro, cuore pulsante della nostra identità associativa, ha attraversato ogni intervento con profondità e passione. In un tempo caratterizzato da precarietà e trasformazioni, ribadire che il lavoro non è solo mezzo di sussistenza, ma dignità, relazione, partecipazione alla vita sociale, è un atto necessario e profondamente politico.
Ancora più significativo è stato poter vivere insieme il Giubileo dei Lavoratori: un’occasione di fede, ma anche di visione. In quell’abbraccio simbolico tra mondo del lavoro e comunità cristiana si è rinnovata la speranza in un’economia più giusta, capace di includere, di valorizzare ogni persona, di rimettere al centro l’umano.
Portiamo a casa il desiderio – e la responsabilità – di continuare a costruire legami, a prenderci cura dei lavoratori, soprattutto dei più fragili, e a sognare un domani in cui il lavoro sia davvero per tutti”.
La Presidente Regionale Ardizio Mara porta la croce giubilare