“Siamo troppo feriti per accettare una pace senza vittoria. Se non vinceremo la guerra i Russi non se ne andranno e continueranno nel loro disegno di ricostruire il grande impero”.
Con gli occhi spesso velati di lacrime, ma con la fierezza di un popolo disposto ad ogni sacrificio per salvare la propria terra dall’invasione russa, alcune educatrici, i cui mariti stanno combattendo in Ucraina, e suor Oleksia Maria, religiosa di rito bizantino greco-cattolico, hanno raccontato la loro drammatica esperienza a una delegazione aclista che ha raggiunto, martedì 6 agosto, i 75 ucraini, (12 educatori e 63 ragazzi, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, sfollati e seguiti in patria dalle Caritas di Zaporizhzhia, Kharkiv e Kramatorsk), in soggiorno all’hotel Skilift, a Frabosa Soprana, per una vacanza, lontana dalla guerra, dal 26 luglio al 10 agosto, organizzata dalle Acli Milanesi (presiedute da Andrea Villa), e dai Giovani delle Acli, in collaborazione con la Caritas italiana e ucraina.
La delegazione di aclisti composta dal vice presidente nazionale Acli, Stefano Tassinari, e dai componenti della presidenza nazionale Paola Villa e Pier Angelo Milesi; dalla presidente regionale delle Acli piemontesi, Mara Ardizio, insieme ad alcuni componenti della presidenza regionale, e dal presidente provinciale Acli cuneesi Elio Lingua, con alcuni membri della presidenza cuneese, hanno ascoltato dalla viva voce delle donne ucraine e da Suor Oleksia, che ha fatto da traduttrice, il dramma che stanno vivendo, che fa sì che anche in vacanza, lontano dalla guerra, basti un rumore un po’ più forte, una posata che cade, per suscitare spavento.
Suor Oleksa, sguardo vivacissimo e intelligenza pronta, che per anni ha operato a Leopoli, poi, dal 2017, è a Charkiv, seconda città dell’Ucraina, uno dei centri principali degli attacchi russi che ha subito e subisce ancora devastazioni terribili, riferisce il sentimento comune: desiderano tornare a casa; pregano tanto perché il conflitto finisca, ma vogliono che la loro terra sia libera.
Durante il toccante incontro di martedì mattina, oltre alle testimonianze, c’è stato anche spazio per un momento di festa, durante il pranzo consumato insieme, che si è concluso con una deliziosa fetta di crostata offerta dalle Acli cuneesi, e dalla consegna di una bella e coloratissima sacca da viaggio, omaggio delle Acli regionali del Piemonte.
Il cuneese è stato molto generoso con gli ospiti ucraini e tante ditte hanno offerto beni alimentari per sostenere l’iniziativa: “Li ringraziamo davvero di cuore – ha detto il presidente provinciale Acli Cuneesi Elio Lingua – per aver dimostrato tanta sensibilità; al termine del soggiorno a Frabosa, renderemo noto quello che hanno fatto, non solo come doveroso segno di riconoscenza, ma anche per far sì che sempre più persone, nella nostra grande e generosa provincia cuneese, seguano il loro esempio nel sostenere chi si trova in situazioni di difficoltà”.
Lingua ha anche ringraziato gli aclisti cuneesi Barbara Castellano, responsabile del Coordinamento Donne Acli Cuneo, e i fossanesi: Giuseppe Vetrano, consigliere provinciale Acli e operatore sociale, e la moglie Teresa, promotrice sociale, per il grande lavoro svolto in queste settimane a Frabosa, in cucina e non solo, e per aver contribuito a trovare degli sponsor a sostegno dell’iniziativa.