Nei giorni scorsi i media locali hanno evidenziato le gravi difficoltà in cui si sono venute a trovare le Cooperative (400mila addetti del settore in Italia, di cui 50mila in Piemonte), che assicurano oggi servizi essenziali, svolgendo un’opera insostituibile soprattutto nel campo dei servizi agli anziani, ai disabili e ad altri soggetti vulnerabili.
Le Acli cuneesi e la Fap Acli (Federazione anziani pensionati Acli) regionale esprimono solidarietà a questi enti che attraversano un difficile momento per via di una congiuntura particolarmente sfavorevole.
Alla base c’è il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro delle Cooperative Sociali, che ha previsto un aumento di stipendio ai propri dipendenti del 12-15% entro il 2026. Questo incremento delle buste paga andrebbe compensato da un adeguamento delle gare d’appalto e da un aumento dei contributi che Regione Piemonte e Asl hanno corrisposto nella misura del 3,5% nei mesi scorsi, mentre i Comuni sono fermi alle quote di partenza.
Le Cooperative sostengono di non avere i fondi necessari per far fronte all’aumento del costo del personale, venendosi a trovare oltretutto davanti agli aumenti di energia, materie prime e prodotti alimentari.
Da una parte dunque le persone, che chiedono servizi adeguati e i lavoratori che hanno diritto agli aumenti salariali. Dall’altra le istituzioni, a cui si chiede da più parti di aprire un tavolo per ragionare sul problema e porre una soluzione definitiva.
Certamente un maggior riconoscimento economico ai lavoratori è giusto oltre che legittimo, ma all’adeguamento salariale dovrebbe dunque corrispondere un incremento dei trasferimenti da parte di Regione Piemonte e Asl alle cooperative che, per conto di tali enti, presidiano interi settori delle politiche sociali sul territorio.
In caso contrario non si comprende dove le cooperative potrebbero attingere i fondi necessari agli adeguamenti contrattuali visto che, per loro natura, non possono detenere riserve finanziarie in quanto soggetti no-profit.
Le Acli cuneesi e la Fap Acli Piemonte, attente alle esigenze delle utenze “fragili” e grate all’impegno delle cooperative e degli altri soggetti del Terzo settore impegnati in questo comparto, chiedono alle istituzioni pubbliche di fare la propria parte per tutelare i cittadini bisognosi di assistenza e i diritti salariali degli oltre 50mila addetti delle cooperative piemontesi.
Le Acli di Cuneo, pienamente consapevoli della difficile situazione attuale, sono a disposizione per porsi come interlocutore ben inserito nel tessuto sociale e a conoscenza dei delicati meccanismi che regolano i rapporti fra utenti e gestori di servizi essenziali e importantissimi per la comunità, al fine di giungere a una soluzione accettabile per tutti.